CINQUE RAGIONI PER CUI RIPORRE FIDUCIA SUL BIOPIC DEDICATO A MICHAEL JACKSON
Eccoci nell'anno 2022: finalmente un film vero, un biopic vero, con al lavoro una crew di professionisti veri, con concessione - da parte di Sony Music - delle vere canzoni di Michael Jackson è stato annunciato!
Il cuore batte forte nel petto di milioni di fan del King of Pop... Ma a farci galoppare il muscolo cardiaco, spesso, non sono le emozioni positive.
Visti i precedenti, i timori sono tanti e legittimi.
Già il titolo del film non lascia presagire nulla di buono: è il medesimo di quel primo album postumo del 2010, contenente tre canzoni fasulle, ovvero Michael.
«Coincidenze? Io non credo», direbbe Adam Kamion... Kardamomo... Kadmon, o come si diavolo si chiama.
Perciò, non starò qui a farvi una rassegna dell'ovvio, dato che i vostri stessi timori sono anche i miei.
Ma piuttosto ho deciso di scrivere cinque buoni motivi per cui ho fiducia - stavolta - nel film biopic Michael.
1) HA UN GRANDE POTENZIALE
Ricordo nitidamente quando il film The Doors, diretto da Oliver Stone, uscì nelle sale nel 1991.
Molte persone si avvicinarono alla splendida e accattivante musica dei Doors, proprio seguendo la scia che quel film lasciò dietro di sé, nonostante Jim Morrison venga dipinto, spesso, in maniera cinica e cruda.
Nel 2018 si è visto ancor più clamore e idolatria, dopo il grande successo del biopic Bohemian Rhapsody e, diciamolo onestamente, in quel periodo non si parlava d'altro che di Freddie Mercury e dei Queen, nonostante le inesattezze narrate nella pellicola.
Ecco, la stessa cosa potrebbe accadere per Michael Jackson, se il biopic a lui dedicato sarà all'altezza e di successo: potremmo assistere ad un'altra, grande ondata di - relativa - Michaelmania, con potenziali milioni di nuovi fan che si convertiranno alla fede Jacksoniana.
E potenziali nuovi fan portano milioni di visualizzazioni su YouTube in più, milioni di streaming e album venduti: la musica e i video di MJ tornerebbero di tendenza su molte piattaforme digitali, sui social network, e nemmeno le radio potranno ignorare tutto ciò.
Potremmo assistere ad una sorta di rinascita del Re del Pop, ovviamente non paragonabile ai bei tempi andati, ma sicuramente molto più di quanto abbiamo assistito negli ultimi 10 anni.
E questo ci porta dritti al punto numero 2.
2) RAGIONI FINANZIARIE
Bohemian Rhapsody ha incassato quasi 1 miliardo di dollari solo al cinema, senza contare le uscite in Home Video, sia digitale (Streaming), che fisico (DVD e Blu-ray).
Sono una valanga di soldi, e tanto profitto significa tante possibilità.
Se Michael sbancasse al botteghino, infatti, l'Estate di Michael Jackson, galvanizzata dal clamore che il film scatenerebbe su vecchi e nuovi fan e, soprattutto, dalle grandi entrate finanziarie, non avrebbe scuse economiche per non restaurare in alta definizione i videoclip e caricarli sul canale ufficiale YouTube, incrementando esponenzialmente le visualizzazioni (altri soldi facili).
Inoltre, potrebbero tranquillamente stamparli in versione fisica Blu-ray e commercializzarli in tutto il mondo.
Stesso dicasi per nuovo materiale audio inedito, con annessa la produzione e la pubblicazione di CD, LP e corrispettivi digitali.
Non avrebbero nemmeno problemi per una campagna marketing come non la si vede da molto tempo.
In questo modo, potrebbero pubblicizzare a dovere quanto scritto sopra, riportando in auge il nome e il brand Michael Jackson, trainati non solo dagli incassi del film, ma anche dal suo successo mediatico.
Insomma, molto di ciò che abbiamo sempre contestato all'Estate potrebbe trasformarsi in un debito nei nostri confronti e, chissà, magari cambieremmo - in parte - opinione su di loro e John Branca.
Cambiare opinione, già... Questo ci porta al punto numero 3.
3) L'IMMAGINE DI MICHAEL JACKSON VA RIPULITA!
Volenti o nolenti, dobbiamo fare i conti con la dura realtà: l'immagine pubblica di Michael Jackson è gravemente macchiata.
Le accuse del 1993, del 2003, del 2019 (Leaving Neverland), con l'aiuto della macchina massmediologica, hanno infangato il suo nome in maniera pesantissima.
Basta fare un giro per i tanti social network, e/o parlare con qualche amico e conoscente, per rendersi conto di quanto la reputazione da molestatore di bambini, spesso, superi quella di Superstar.
Ogni qualvolta una notizia riguardante MJ ci appare davanti agli occhi, i commenti sotto a quel post pullulano di serial hater con in mano forche e torce moderne, ossia smartphone, tastiere e mouse.
Ci sono tante persone che si prodigano a difenderlo, con documentazioni alla mano, è vero. Ma non è sufficiente.
Sempre più youtuber e documentaristi indipendenti si prodigano a divulgare la verità attraverso documentari più o meno validi, è vero. Ma non è sufficiente.
E allora, direte voi, in che modo un film può essere più effettivo di documenti ufficiali e documentari?
Per due ragioni:
A) Ha una portata mediatica assai maggiore;
B) Perché le persone hanno la strana tendenza a credere di più ad un'opera di fiction.
Perché le persone hanno la strana tendenza a credere di più ad un'opera di fiction... Leaving Neverland, in tale senso, ha fatto scuola, solo che non ha avuto dietro il grande marketing (per fortuna, altrimenti chissà che macello!) che di sicuro avrà Michael.
E se ve lo state chiedendo, beh, sicuramente in Michael si darà spazio al capitolo accuse, considerato che il non farne menzione equivarrebbe a darsi la zappa sui piedi.
Alex DeLarge, il protagonista del capolavoro di Stanley Kubrick, Arancia Meccanica, durante la Cura Ludovico a cui è sottoposto, e mentre è costretto a guardare immagini violente sul grande schermo, dice una cosa che fa riflettere: «È buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo».
Ma cosa significano le parole di Alex DeLarge, e che connessione c'è con Leaving Neverland?
La risposta è tanto semplice quanto complessa: le persone, spesso, ragionano perché spinti dalle emozioni.
In Leaving Neverland vengono descritti particolari osceni e scioccanti, per questo motivo diverse persone ci hanno creduto, senza nemmeno domandarsi se quelle accuse fossero vere o inventate di sana pianta.
Molti spettatori, dinanzi a certe affermazioni disgustose e sconcertanti, smettono di ragionare razionalmente, lasciandosi guidare dal loro stato emotivo, anziché dalla ragione.
Il film biopic Michael, in questo lato, potrebbe fungere da Cura Ludovico per coloro che credono alla colpevolezza di Jackson: immersi nelle immagini che vedranno su di uno schermo e dalle emozioni scaturite dalla sceneggiatura, dalle musiche e da - si spera - un bravo attore, potrebbero ricredersi sul conto di MJ.
I colori del vero mondo diventerebbero veramente veri soltanto quando li vedranno sullo schermo, appunto.
Se Leaving Neverland ha avuto presa su qualche milioncino di persone (la sua programmazione non è stata così tanto diffusa), immaginate cosa potrebbe fare Michael al CINEMA, e poi sulle TV in Streaming come Netflix e/o Amazon Prime e/o Disney +, per non parlare della pubblicazione in DVD e Blu-ray.
Insomma, il potenziale comunicativo mediatico di questo biopic è immenso, e la sua massiccia divulgazione avrà matematicamente molta più presa di un documentario fogna diretto da un uovo di Pasqua.
E questo ci veicola al punto numero 4.
4) BASTA CON I FILM DI SERIE Z!
A proposito di film di serie Z a tema Jacksoniano, mi viene subito in mente quella ciofeca di Man in the Mirror: The Michael Jackson Story, filmaccio del 2004 che comprai in DVD... Ve lo ricordate?
Io, purtroppo, sì.
Ricordo che quando finii di vederlo, dissi: «Ma che ca**o ho appena guardato?!»
Perché sì, diciamolo, è una rappresentazione idiota, scialba, noiosa e melensa di Michael Jackson, nella quale niente brilla: sceneggiatura che sembra scritta da un analfabeta sotto gli effetti di un allucinogeno potentissimo; regia che se affidata ad un bambino di due anni con in mano uno smartphone avrebbe fatto meglio; attori presi da non so quale fiera della porchetta che non riescono in nessun istante del film(accio) a trasmettere alcun tipo di emozione, se non un senso di nausea convulsa e fastidio di quello feroce, per tutta la durata di quei 90 interminabili minuti; poteva salvarsi la musica, ma Sony non ha concesso l'utilizzo delle canzoni del Re del Pop, e con buona ragione!
Poi c'è Michael Jackson: Searching for Neverland, film pubblicato nel 2017, con protagonista l'impersonator Navi che, va detto, pur non essendo un attore nel senso stretto del termine, fa comunque meglio di Flex Alexander in Man in the Mirror, e quest'ultimo, attore, lo è di mestiere.
Anche qui, però, mancano le canzoni ufficiali, una buona regia, una sceneggiatura robusta e un attore in grado di RECITARE, e non solo ballare.
Per quanto abbia i suoi momenti, ammettiamolo, Searching for Neverland, in cuor nostro, è un contentino, e a livello cinematografico è una cagatina che non rende giustizia ad una Superstar del calibro di Michael Jackson.
Perciò, i fan dell'artista di maggior successo nella storia della musica hanno il diritto di avere un film sulla sua vita, un prodotto cinematografico come Dio comanda!
E questo ci porta all'ultimo punto, il numero 5.
5) DIETRO A QUESTO PROGETTO CI SONO GRANDISSIMI PROFESSIONISTI DEL SETTORE
Il produttore di Michael sarà, nientemeno, che Graham King.
Agli Oscar del 2007, si porterà a casa l'ambita statuetta per The Departed, nella categoria, appunto, di Miglior Film dell'Anno.
Ma sono molti i grandi film prodotti da King, e non solo per l'immenso Martin Scorsese.
Ecco una piccola lista dei film da lui prodotti:
Gangs of New York e The Aviator (sempre con Scorsere alla regia), Traffic, Alì, Blood Diamond: Diamanti di Sangue, Dark Shadows, Argo, World War Z, Tomb Raider e... Bohemian Rhapsody.
Non saranno in toto capolavori, certo, però hanno tutti avuto un grande successo di pubblico, e scusate se è poco, perché è ciò di cui Michael necessita.
Lo sceneggiatore di Michael sarà, nientemeno, che John Logan.
E quali sceneggiature ha scritto Logan?
Beh, eccovi qualche titolo:
Ogni Maledetta Domenica, Il Gladiatore, The Time Machine, Star Trek: La Nemesi, L'Ultimo Samurai, The Aviator, Skyfall, Spectre, Sweeney Todd: Il Diabolico Barbiere di Fleet Street e Alien: Covenant.
Insomma, il nostro John Logan se la cava benissimo nelle stesure delle sceneggiature e, come per Graham King, non parliamo certo dei primi fessi che passano per strada, eh!
Non conosciamo ancora il nome del regista né degli attori, ma sappiamo a quale compagnia sarà affidata la produzione e la distribuzione del film, ovvero alla Lions Gate Entertainment.
Volete le sue credenziali?
Di seguito, alcuni dei blockbuster distribuiti dalla Lionsgate:
La saga di John Wick e quella di Hunger Games, il summenzionato The Doors, The Blair Witch Project, American Psycho, Requiem for a Dream, Lord of War, Fahrenheit 9/11, la saga di Saw, due film di Rambo, Quel Treno per Yuma, Ghost Dog - Il codice del Samurai, e tanti tanti altri titoli...
Che dite, le loro credenziali sono convincenti?
Aspettate, sento già la domanda: “Non si può raccontare in un solo film la vita ultra complessa di Michael Jackson!”
Un ottimo sceneggiatore è in grado di racchiudere interi secoli di storia in un solo film, volete che non sia capace di raccontare - per quanto complessi - i quasi 51 anni di vita di Michael Jackson?
Gli sceneggiatori in gamba, come Logan, sanno bene come destreggiarsi in questi casi:
A) Basta raccontare l'essenziale, con annessi degli anelli di congiunzione narrativi che facciano capire quello che non si vede su schermo.
B) Si può usufruire di flashback visivi, dalla prospettiva della mente di Michael Jackson, per rammentare il glorioso passato (e tanto altro) del Re del Pop.
C) Nei primi minuti del film, si può usufruire di una carrellata di immagini in veloce sequenza, al fine di offrire allo spettatore un riassunto effettivo della storia di MJ, dai Jackson 5 all'era - ipotetica e plausibile - Off the Wall, dalla quale la storia del biopic avrà inizio.
La stessa cosa è stata fatta in Moonwalker, eh!
D) Si possono scrivere in sovraimpressione aneddoti importanti a conclusione del biopic... Eccetera, eccetera...
In definitiva, i trucchi narrativi e visivi, nel mondo del cinema, sono molteplici e, se eseguiti con mestiere, sono tutti effettivi e di sicuro impatto.
Certamente, la durata del film non potrà essere inferiore alle 2 ore, e su questo siamo d'accordo.
Perciò, stavolta, almeno io, voglio essere fiducioso, perché le carte in tavola, obbiettivamente, sono vincenti.
Ora, dopo aver letto il mio punto di vista su ciò che si prospetta un grande film Hollywoodyano in onore del nostro amato Michael Jackson, nutrite ancora solo dubbi, o un minimo di speranza e fiducia sono riuscito a trasmetterveli?
A voi i commenti.
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