"ПРЕКРАСНОТО Е ВИНАГИ СТРАННО. НЕ ИСКАМ ДА КАЖА, ЧЕ ТАЗИ СТРАННОСТ Е ПОСТИГНАТА ПРЕДНАМЕРЕНО, ХЛАДНОКРЪВНО, ПОНЕЖЕ В ТОЗИ СЛУЧАЙ ТЯ БИ БИЛА ЧУДОВИЩНА, БИ ИЗЛЯЗЛА ИЗВЪН РЕЛСИТЕ НА ЖИВОТА. КАЗВАМ САМО, ЧЕ ПРЕКРАСНОТО ВИНАГИ СЪДЪРЖА МАЛКО ЧУДАТОСТ, НАИВНА, НЕВОЛНА, НЕСЪЗНАТЕЛНА ЧУДАТОСТ, И ЧЕ ИМЕННО ТАЗИ ЧУДАТОСТ ГО ПРАВИ ПРЕКРАСНО. ТЯ Е НЕГОВ БЕЛЕГ, НЕГОВА ОСОБЕНОСТ. ОБЪРНЕТЕ СЪЖДЕНИЕТО МИ И СЕ ОПИТАЙТЕ ДА СИ ПРЕДСТАВИТЕ БАНАЛНА КРАСОТА!"
Шарл Бодлер



Gian Paolo Giunta

 



Buongiorno jacksoniani, so già che questo post creerà parecchi dissensi, ma sento il bisogno di spiegare perché In the closet, tanto acclamata qui dentro (evidentemente per motivi che ben poco hanno a che fare con la musica) è uno di quei brani che reputo trascurabili nella produzione di Michael.
Sostanzialmente il brano si compone di 3 momenti principali, che tra l’altro, dal punto vista armonico si assomigliano tutti:
1. Introduzione strumentale, che viene ripresa nella parte parlata dopo le infinite volte di “She wants to give it, oh she wants to give it”
2. Strofa
3. Ritornello.
L’intro strumentale di piano e violini con il parlato l’ho sempre trovata molto bella ed “equilibrata” con una durata ragionevole di 8 battute; da qui si procede con ben 40 battute in cui sostanzialmente in termini musicali non succede nulla, dove c’è una base ritmica piuttosto ossessiva (ma non nel senso bello del termine, come si potrebbe ad esempio dire di Smooth Criminal o They don’t care about us), con una melodia che di fatto è sempre la stessa dalla nona battuta di questa parte e con l’unica sorpresa di un inserimento armonico alla 17-sima, quando inizia con “She wants to give it, oh she wants to give it”. E poi abbiamo un ritornello, cantato in falsetto splendidamente, che praticamente ricalca la stessa figura armonica già vista in precedenza. Tutto questo si ripeterà senza alcuna sorpresa una seconda volta, senza l’inserimento di alcun bridge fino al ritornello, che stavolta però verrà cantato per ben 4 volte, per poi arrivare alla coda infinita di “She wants to give it, oh she wants to give it”.
In sintesi, 6 minuti e 32 secondi per un brano che se fosse durato la metà nessuno si sarebbe accorto della differenza. Tant’è che nella raccolta The Essential MICHAEL JACKSON lo stesso brano è stato editato con una durata di 4 minuti e 48 secondi e comunque risulta ancora a mio avviso eccessivamente lungo (https://www.youtube.com/watch?v=XY6fbugcisY).
Tuttavia sarei abbastanza superficiale se dicessi che un brano non è particolarmente bello solo perché dura troppo, anche perché Who is it ha una durata simile, ma l’arrangiamento, in cui è evidente la minor presenza di Teddy Riley, e il testo, lo portano ad un livello molto molto più alto.
Riepilogando:
· Arrangiamento poco incisivo ed eccessivamente piatto per tutta la durata del pezzo
· Durata eccessiva (6 min, 32 sec.!!!)
· Troppe troppe ripetizioni nel testo, che in ogni caso, sembra più un “vorrei (osare), ma non posso”
· Mancanza di un vero e proprio bridge
· Video paraculo con canotta della salute sudata e gnocca a contorno
Voto: 5,5/10
Tutto questo per dirvi provocatoriamente BASTA PARLARE DI IN THE CLOSET!!! #bastaparlarediinthecloset Vi ho voluto bene…L.O.V.E. 😅

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