NEL NOME DI MARTIN LUTHER KING Oggi 17 Gennaio, terzo lunedì di questo mese, come ogni anno si celebra negli USA il 'Martin Luther King Day', festività nazionale istituita dal Presidente Reagan nel 1986, in un giorno comunque vicino alla data di nascita dello storico attivista Premio Nobel per la Pace e simbolo per eccellenza delle battaglie per i diritti civili (Atlanta, 15 Gennaio 1929).
Sappiamo quanto per Michael la figura del Rev. King sia sempre stata un modello di riferimento fondamentale: basta ripensare ai testi di "They Don't Care About Us" e di "HIStory", o al video della straordinaria "Man in the Mirror". 
Ebbene... esattamente 28 anni fa, nel 1994, il 'Martin Luther King Day' ricorreva proprio il 17 Gennaio, come oggi. E nel weekend che aveva preceduto quel terzo lunedì del mese, in onore di questa festività a cui Michael teneva così tanto, le porte del suo Neverland Ranch si erano aperte per un centinaio di bambini di colore in stato di difficoltà, ma tutti con un ottimo rendimento scolastico.
Cinquanta di loro erano seguiti dalla "Second Baptist Church", e gli altri cinquanta dalla "Community Youth Sports and Arts Foundation" di Los Angeles.
Michael, oltre a distribuire autografi e posare con loro per tante foto-ricordo, li ospitò nel suo cinema privato per guardare insieme il film "Beethoven's 2nd", e poi li guidò in una visita al parco-divertimenti e allo zoo di Neverland.
«Questa è stata una ricompensa per loro, e soprattutto per il compleanno di Martin Luther King Jr., è un'occasione molto speciale», fu il commento di Chilton Alphonse, fondatore della "Community Youth Sports and Arts Foundation".
«Questi ragazzi non la dimenticheranno mai.
Ringraziamo Michael, per aver reso questo giorno ancora più memorabile.
In particolare negli ultimi cinque-sei anni, Michael si è dimostrato un grande amico, ed è stato molto generoso con noi.
Su di lui si sentono dire tutte quelle cose negative... però io non ci credo.
Un uomo è innocente fino a prova contraria».
Ma in quello stesso 17 Gennaio di 28 anni fa, un violentissimo terremoto colpì la San Fernando Valley, nella contea di Los Angeles, costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case.
La risposta di Michael, anche in quel caso, non si fece attendere.
Nel più breve tempo possibile, la sua "Heal the World Foundation", in collaborazione con "Lever Brothers", "General Electric" e "Surf Wash", riuscì a fornire lavatrici, asciugatrici e detersivi a ben 25 organizzazioni no-profit, per garantire servizi gratuiti di lavanderia alle famiglie coinvolte nella tragedia. In seguito, la "Heal Los Angeles" destinò a sua volta una somma di 85.000 dollari alla sovvenzione delle organizzazioni no-profit impegnate a fornire aiuti a lungo termine nella zona del disastro.
Entrambe le Fondazioni, infine, insieme alla "Salvation Army", organizzarono per più di 400 bambini sfollati con le loro famiglie una giornata speciale presso il celebre parco tematico e studio cinematografico 'Universal Studios Hollywood'.
Mi sembra più che giusto concludere citando, non a caso, le parole del rapper afro-americano Q-Tip a proposito della scomparsa di Michael:
«Le persone non riuscivano ad accettare la morte di Michael Jackson... è stata la più grande perdita dopo quella di Martin Luther King». 
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