Michael e...
SUZANNE DE PASSE (19 luglio 1946)
Nel 1968 Suzanne De Passe venne presentata a un giovane gruppo da Bobby Taylor. De Passe era da poco entrata a far parte della Motown, quando Taylor la invitò nel suo appartamento per ascoltare il potenziale di questo giovane gruppo.
“Sono entrata e ho visto questi ragazzi. Ed erano incredibili”.
Quando a Berry Gordy fu chiesto da De Passe di dare loro un'occhiata, inizialmente rifiutò l'idea, affermando di non volere gruppi di bambini. Tuttavia, De Passe fu tenace e la sua fiducia nel loro talento alla fine fu ripagata.
I Jackson 5 furono i primi artisti con cui Suzanne De Passe lavorò fin dall'inizio alla Motown. Oltre alla sua elevata competenza come manager, fu la presenza femminile e la madre surrogata del gruppo quando erano in tournée in America. Si occupava della coreografia, dell'abbigliamento e degli oggetti di scena, ma era anche responsabile dell'educazione dei bambini. Le piace raccontare come la coreografia di I Want You Back fosse stata sviluppata e provata nella sua casa di Los Angeles.
“Ricordo di aver elaborato la coreografia di “I Want You Back” nel mio salotto: mettevamo su il disco e se qualcuno aveva un'idea, o io avevo un'idea, le mettevamo insieme. Hanno avuto un successo così rapido che nessuno di noi era preparato: siamo passati dalla possibilità di andare ovunque a prendere un hamburger, andare al cinema e fare shopping alla possibilità di non andare da nessuna parte."
Ha anche ricordato con emozione e divertimento la prima apparizione dei Jackson 5 all' Ed Sullivan Show nel 1969. Quel giorno, Suzanne aveva setacciato i negozi del Greenwich Village alla ricerca di costumi per il programma.
Portò a Michael una camicia marrone, completata da una tunica blu e da un cappello rosa a tesa larga. Un abito che non avrebbe mai più indossato, ma che sarebbe diventato iconico. Secondo Jermaine Jackson, quando Michael si vide allo specchio vestito con quegli strani abiti, esclamò: “Lo adoro!”
Parlando con Record Mirror per il numero dell'8 maggio 1971, De Passe ha raccontato come ha adattato un po' di varietà alle esibizioni sul palcoscenico dei Jackson 5.
“Per esempio, abbiamo messo insieme un sacco di commedie e parodie nel numero dei Jackson. In 'How Funky Is Your Chicken', Tito dice: 'Il mio pollo è così funky che frigge senza grasso' e si lancia in un incredibile pezzo di danza. Tutte le cose che hanno fatto erano incredibili per la loro fascia d'età e aiutavano la comunicazione tra loro e il pubblico”.
Ricorda che Michael era molto divertente. A quei tempi dice che amava nascondersi negli armadi e dietro le porte per spaventare tutti. Per questo lo aveva soprannominato "Casper, il piccolo fantasma" perchè era un burlone malizioso e si divertiva a origliare.
Suzanne De Passe è stata una donna entusiasta, impegnata e particolarmente creativa. Una delle cose di cui va più fiera come presidente della Motown Productions (dal 1972) è lo spettacolo Motown 25: Yesterday, Today, Forever, trasmesso il 25 marzo 1983. Ha lasciato un segno indelebile nella storia della televisione americana, riunendo per una sera i Jackson 5 e trasmettendo la prima apparizione in assoluto del moonwalk in Billie Jean. Suzanne De Passe può essere orgogliosa di essere stata la promotrice di questo evento: ancora una volta, era riuscita a convincere Berry Gordy a organizzarlo. In seguito ha accettato la sfida di mettere insieme un progetto che mettesse in evidenza la straordinaria ascesa dei fratelli Jackson. Nel 1992 ha prodotto la serie TV The Jacksons: An American Dream, per la quale ha vinto un Emmy Award.
È stata un vero e proprio punto di riferimento nella carriera di Michael Jackson. Nel 2005, quando è stato intervistato da Jesse Jackson, il cantante ha ricordato i suoi anni con lei: "Ricordo Suzanne de Passe, era così meravigliosa, sai. Era praticamente la nostra manager. . . È stata molto disponibile e determinante nei primi tempi della nostra carriera che rimane un'amica. E lo è, lo è... Mi manca".
Traduzione, a cura di Manila Postuma, di estratti dai libri "The Maestro" di Cadman e "All The Songs" di Lecocq.
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