::: UN POSTO CHIAMATO CASA :::
Ho atteso per 11 mesi - da quando vi informai che per un po' non ci sarei stato più - il giorno in cui avrei ritrovato il piacere di occuparmi del FanSquare. In cui il senso del dovere avrebbe lasciato di nuovo spazio a quella passione che, non guadagnando 1 euro da tutto questo, rappresenta l'unico carburante che ci spinge ad andare avanti, a crescere e a migliorare.
La verità è che a volte gli eventi della vita ci portano ad allontanarci dalle cose belle, quelle che abbiamo sempre amato e "curato come un figlio", per citare Sabrina Zanardi.
E sarebbe anche ingiusto attribuire tutto alla mancanza di tempo: spesso ciò che vengono a mancare sono le energie. E per gestire tutto l'universo FanSquare - ve l'assicuro - ce ne vogliono tante.
Sto parlando di me, che sono finalmente di nuovo qui con l'entusiasmo di un anno fa, ma anche di altri membri dello staff che, pur continuando a garantire una presenza più o meno costante, attraversano o hanno attraversato quei momenti che la vita non risparmia a nessuno di noi: problemi lavorativi, famigliari, personali. Eh sì, persino di salute.
Ma chi ama un posto, al punto di non esitare a definirlo "casa", prima o poi ci ritorna. E lo fa con quegli occhi nuovi, lucidi e rigenerati che a volte solo un sano distacco può ridisegnare.
A tutti gli altri, a quelli che in questi mesi hanno approfittato di una situazione di apparente "debolezza" dello staff per rivelare la propria natura meschina e vigliacca, mando comunque un grande abbraccio, e auguro loro di trovarla una casa come questa.
Spero, con questo post, di non aver innalzato i livelli di glucosio nel sangue a nessuno.
Ma sono di quelle cose spontanee che ho ritrovato il piacere di dire, e spero per voi di ascoltare.
Viva Michael e viva il FanSquare.
Che no, non muoiono mai.
Foto di Eric Di Scenza.
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