«LA COSA GIUSTA DA FARE»
Il 19 Ottobre 2009, a quasi quattro mesi dalla scomparsa di Michael, il Casinò "Mohegan Sun" in Connecticut ospitava l'asta che, a cura di "Alexander Autographs", rivelò al mondo due documenti legali preziosissimi legati al progetto di "We Are The World".
L'intera somma ricavata dalla loro vendita, pari in lordo a 50.000 dollari, avrebbe avuto a sua volta un'ulteriore destinazione in beneficenza, a favore della "VH1 Save The Music Foundation".
Come non ripensare, a questo proposito, alle parole del Direttore esecutivo di 'USA for Africa', Marcia Thomas?
«Michael Jackson era un filantropo più grande di quanto la maggior parte della gente gliene abbia attribuito il merito.
Lui non lo faceva per il merito. Lo faceva perché riteneva che fosse la cosa giusta da fare».
Un motivo in più per riascoltare oggi, a 13 anni da quell'ennesimo dono umanitario, questo brano così emozionante e così significativo, che già negli anni successivi alla sua pubblicazione aveva permesso di devolvere oltre 100 milioni di dollari ad un'Etiopia afflitta da siccità e carestia.
E per ricordare, ancora una volta, quanto Michael avesse profondamente creduto in quel progetto, come in tutte le sue spontanee iniziative di solidarietà, facendo scuola nell'utilizzo della musica a scopi umanitari di livello mondiale.
«"We Are the World" ha segnato ciò che all'epoca era un punto fondamentale nelle preoccupazioni del mondo ricco per le popolazioni povere nei Paesi in via di sviluppo.
Questo tipo di consapevolezza ha contribuito ad aprire la strada non solo verso un'assistenza straniera più efficace, ma anche per altri cambiamenti nelle politiche in questo campo, come il commercio e le migrazioni, in grado di avere un grosso impatto sulla vita delle persone in povertà».
[Nancy Birdsall, Presidente del "Center for Global Development"]
Michael vive anche in questa sua eredità.
Buon ascolto!
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