Francesca De Donatis

 

UN'INTERVISTA CHE VALE "ORO"

Esattamente 19 anni fa, il 20 Dicembre 2002, Michael si lasciava intervistare per Gold Magazine da una giovane interlocutrice, la 'Gold Girl' Magdalena, aprendo il proprio cuore a 360° sui temi a lui più cari, dal peso della fama raggiunta già durante l'infanzia al suo convinto impegno umanitario, dal suo legame con i figli ai suoi progetti per una nuova entusiasmante avventura nel mondo del cinema.

Eccone alcuni passaggi, tra i più particolarmente degni di nota:

«Con ogni probabilità, mi piace vedermi allo stesso tempo come musicista, entertainer e imprenditore, tutte e tre queste cose insieme, perché amo l'intrattenimento, e mi piacerà sempre divertire. Adoro diventare schiavo del ritmo, perché ballare significa interpretare i suoni e l'accompagnamento dell'orchestra.

Sai... diventi il ​​suono, diventi il ​​basso, diventi ciò che senti... e lo esprimi fisicamente.

Però, cerco di non farmi coinvolgere al punto da non pensare al futuro. In passato ci sono stati tanti grandi entertainer, e alla fine sono rimasti soli, tristi e distrutti. Ho sempre detto a me stesso che non vorrò mai essere così, e che farò del mio meglio per tenere sempre presente il lato inerente al business, per sostenermi, per investire i miei soldi... per salvarli.

Chi ci può dire cosa porterà il domani? Si deve sempre essere protetti finanziariamente, per potersi sostenere».

«Non c'è nessuna parte del mondo in cui io possa realmente andare e avere una mia privacy.

La cosa che fa più male è il fatto che la tua privacy ti venga portata via. Per usare un'espressione sciocca, è come se vivessi in un acquario... ma è vero.

Provo a fare dei travestimenti... però la gente li conosce tutti. È molto difficile, molto difficile.

Abiti da pipistrello, denti da coniglio, occhiali, cappelli, protesi, lavori di make-up... tutto.

Soltanto per sedersi tra il pubblico e per gustare uno spettacolo nel modo in cui un pubblico lo gusterebbe... voglio sentirmi come si sentono gli altri.

A volte mi smascherano... All'inizio no. Poi, cominciano a guardarmi negli occhi... [...]

Le ragazze sono molto intelligenti, sai? Puoi ingannare un ragazzo più velocemente di quanto tu non possa fare con una ragazza.

Le donne possono scoprirti molto facilmente. Conoscono il modo in cui muovi il tuo corpo, il modo in cui cammini, il modo in cui gesticoli.

Le sento confabulare:

"Guarda come muove la mano...", oppure:

"Guarda come cammina...".

E allora penso: "Oh no!!!..."».

«Tra coloro che più mi hanno ispirato a livello professionale, probabilmente Walt Disney, perché quando ero piccolo sono cresciuto in un mondo di adulti.

Io sono cresciuto sul palco. Sono cresciuto nei night club. Quando avevo sette-otto anni, ero nei locali da ballo. [...]

Ecco perché ancora oggi odio i club... Non mi piace andare nei club. L'ho già fatto, sono già stato lì dentro. Ed è questa la ragione per cui ora compenso ciò che all'epoca non ho potuto fare.

Perciò, se dovessi venire a casa mia, vedrai che lì ho le giostre, ho un cinema, ho degli animali. [...]

Devo fare tutte quelle cose meravigliose che non sono riuscito a fare quando ero bambino, perché non le avevamo.

Non avevamo il Natale. Non dormivamo. Non avevamo una scuola. Quando eravamo in tour, ci seguiva un'insegnante privata. [...]

È difficile crescere come un bambino famoso.

Pochissimi compiono quel passaggio, da star nell'infanzia ad una star da adulti. [...]

Quando sei una star da bambino, le persone non vogliono che tu cresca. Vogliono che tu rimanga piccolo per sempre...».

«Adoro le persone che hanno davvero contribuito al piacere e alla felicità del pianeta e dell'umanità... le persone con la luce. Da Walt Disney a Ghandi, da Edison a Martin Luther King.

Queste sono persone illuminate, persone che hanno veramente a cuore i bambini, uniscono le famiglie, e amano.

Questo è anche ciò che cerco di trasmettere con la mia musica e con le mie canzoni. Se andrai ad uno dei miei concerti, dei miei spettacoli, vi vedrai 200.000 persone che ondeggiano, con le candele in mano, mentre dicono "Vogliamo guarire il mondo" e "Ti amiamo!!!".

Io l'ho visto in giro per il mondo, dalla Russia alla Germania, dalla Polonia all'Africa, fino all'America. Siamo tutti uguali.

Durante lo show, le persone piangono negli stessi posti, si arrabbiano negli stessi posti, si fanno trascinare dal pathos negli stessi posti».

«Possiedo un ente di beneficenza dedicato all'infanzia che ho creato da me, dal nome "Heal the World". E ogni volta che faccio un concerto o qualcosa che riguarda l'intrattenimento, devolvo una certa somma appunto a "Heal the World". [...]

Quando sono in tour, tra un concerto e l'altro visito tanti ospedali e orfanotrofi. Andiamo dai ragazzini e distribuiamo tantissimi scatoloni di giocattoli, un mucchio di poster e oggettistica inerente a Michael Jackson.

Loro AMANO tutto questo».

«Il miglior consiglio che darei ai miei figli è che [nel mondo dello spettacolo] c'è un sacco di duro lavoro da fare. E dunque preparatevi, perché non ci saranno sempre e solo gioie.

Dovrete avere la pelle di un rinoceronte, perché più grande è la stella, più grande è il bersaglio.

I giornali scandalistici sono bastardi, e devi avere la pelle di un rinoceronte per affrontare quel tipo di mentalità dell'ignoranza. Lo fanno semplicemente per vendere i giornali, perché sono le cattive notizie che vendono, non quelle buone. [...]

Non assomiglio al modo in cui i tabloid mi hanno dipinto, per niente. Niente del genere. [...]

I veri fan che mi amano sanno che quella spazzatura non è reale.

Loro lo sanno... sono intelligenti».

«Ho sempre voluto fare dei film, ma i tour mi sono stati d'intralcio. Ecco perché adesso voglio prendermi diversi anni di riposo dedicandomi soltanto a realizzare dei film.

Mi piacerebbe aggiungere al mio background sei grandi film... poi magari farò ancora un po' di tour, e poi ancora film.

Per i miei film ho diverse idee, di movimento, di danza, e di cose che la gente non ha mai visto.

Non vedo l'ora di sorprendere le persone. È per questo che muoio dalla voglia di fondare una società di produzione cinematografica, e sono molto felice che sia ciò che stiamo costruendo con "Neverland Pictures". [...]

Al momento, il primo film in programma è "Wolfed". Sarà

divertente

... voglio che sia davvero spaventoso.

Rick Baker vuole realizzare tutti gli effetti visivi. Lui ha vinto sette premi Oscar. [...]

Ha lavorato per "Un lupo mannaro americano a Londra". Ci ha vinto un Oscar, e mi ha detto:

"Michael, quello era niente!".

Quello è niente rispetto a tutto ciò che si può fare oggi.

Poi ha lavorato a "Thriller", e anche di quello ha detto: "Non è niente...".

Può andare ben oltre».

«Come mi piacerebbe essere ricordato?

Come una persona che è venuta portando una luce al mondo, un po' di evasione.

Ma anche come una voce per i bambini senza voce, perché li amo...

Io sto vivendo per i bambini.

Se non fosse per i bambini, getterei la spugna».

«Se ho provato la forma più profonda dell'amore?

Non so quale sarebbe la più profonda...

Amo moltissimo i miei figli.

Li guardo sempre negli occhi, e glielo dico.

Penso sia la cosa più importante».

La voce di chi una voce non ha...

Ecco come Michael voleva essere ricordato.

Qui nei commenti, il link all'intervista integrale per 'Gold Magazine', sul Forum del nostro Michael Jackson FanSquare • MJFS.