Michael e...
Si avvicinava l'estate del 1968 quando Berry Gordy sentì parlare per la prima volta dei Jackson 5. Suzanne De Passe, che era stata da poco assunta da Gordy, gli parlò di questo giovane gruppo che era semplicemente sensazionale.
Gordy ricorda quando Suzanne lo chiamò:
“Ci sono dei ragazzi che devi vedere, stanno facendo un'audizione nella stanza accanto, gli disse. 'Noi li amiamo, e anche tu li amerai'. E io dissi, 'Non ho tempo'. In effetti, non mi piaceva un gruppo di bambini. Non volevo un gruppo formato da bambini. Avevo già Stevie Wonder (all'epoca diciottenne) che aveva un entourage importante... Così mi trascinò in questa stanza per le audizioni, e vidi questo ragazzo che faceva tutta questa roba alla James Brown
e faceva una piroetta e una spaccata. Poi mi chiese, 'Allora non ti piace ancora questo gruppo di bambini?, e io risposi, 'No, non mi piace', ma chiesi subito a qualcuno di portarmi la cinepresa.
Notai che... sul palco era una persona unica, come se fosse un maestro in quello che stava facendo... e poi quando arrivava in scena era molto silenzioso, quasi timido... Ero preoccupato perché c'era un bambino di circa sette o otto anni che cantava una canzone di Smokey come se avesse 30 anni. Era come se fosse un vecchio nel corpo di un bambino, perché cantava Who's Loving You meglio di Smokey!
Allora pensammo a una canzone per questo bambino che avrebbe potuto cantare... e poi arrivarono i successi The Love You Save e I'll Be There che fecero la storia, perché nessun gruppo aveva mai visto i suoi primi quattro dischi andare direttamente al n.1 (gli altri erano I Want You Back e ABC). E diventarono una cosa importante. Michael si lamentava con me della sua infanzia e io gli dicevo, 'Non hai avuto un'infanzia così brutta, Michael, voglio dire, stai facendo quello che desideri fare. Se le persone potessero avere questa passione all'età di otto o nove anni e farla per il resto della loro vita... santo cielo".
I Jackson ebbero una carriera di successo alla Motown dal 1969 al 1975. Ma anche dopo averla lasciata, rimasero in rapporti di amicizia con Gordy, alloggiando spesso nella sua villa se erano in tournée nella zona.
Gordy ha ricordato un'occasione in cui Michael cenò con lui a casa sua. Nelle sue memorie “To Be Loved”, Gordy ha raccontato che Michael correva in calze, scivolando sui pavimenti di marmo della villa. Entrambi correvano per i corridoi ed era un ricordo che descriveva al meglio la personalità di Michael.
Nel maggio 1983, Berry Gordy chiese a Michael di partecipare allo spettacolo Motown 25. Michael esitò, ma alla fine accettò. Era l'unico artista autorizzato a cantare una canzone non appartenente al catalogo Motown. Ciò che accadde in seguito è noto: la sua interpretazione di Billie Jean lasciò un segno indelebile sul personaggio e sulla storia della televisione, della musica e della danza. Gordy aveva dato a Michael il trampolino di lancio che lo avrebbe catapultato nella posizione del più grande intrattenitore della sua generazione.
Berry Gordy non è stato mai lontano. E' sempre stato accanto al suo ex protetto, di cui parlava con disinvoltura come di uno dei suoi figli. Per tutta la carriera di Michael, i due si sono incontrati spontaneamente o per necessità, come se fossero una famiglia, al di là del mondo dei contratti e degli affari.
Parlando al funerale di Michael, Gordy ha raccontato il suo desiderio di essere il migliore e di essere l'artista per eccellenza.
"Era spinto dalla sua fame di imparare costantemente a superare se stesso per essere il migliore. Era uno studente consumato. Studiava i grandi e diventava più grande. Ha alzato l'asticella e poi l'ha infranta. Il suo talento e la sua creatività hanno spinto lui e l'intrattenimento in un'altra stratosfera".
Gordy ha ricordato di aver giocato contro i Jacksons a baseball e di aver perso, dicendo a Smokey Robinson che Michael lo aveva superato con la sua versione di “Who's Lovin' You”. Ma soprattutto ha parlato e concluso dicendo:
"Un maestro, uno show man, Michael era fantastico, totalmente al comando. In effetti, più penso a Michael Jackson, più penso che il titolo del Re del Pop sia troppo riduttivo per lui. Penso che sia semplicemente il più grande intrattenitore mai esistito. Michael, grazie per la gioia. Grazie per l'amore. Vivrai per sempre nel mio cuore. Ti voglio bene".
Traduzione, a cura di Manila Postuma, di estratti dai libri "The Maestro" di Cadman e "All The Songs" di Lecocq.



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