Francesca De Donatis

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«MI SONO SENTITO BENEDETTO»

«Quando ho avuto l'opportunità di essere nel backstage per l'intero concerto di Varsavia delľ"HIStory Tour" nel 1996, mi sono occupato dei bambini del luogo prima che salissero sul palco per apparire davanti a 250.000 persone e partecipare all'esecuzione di 'Heal The World'.

Mentre aspettavamo, Michael continuava a mandarci messaggi personali per assicurarsi che i bambini venissero regolarmente alimentati, che non avessero freddo, e in particolar modo per controllare che avessero tutti i tappi per le orecchie per le esplosioni che stavano per aver luogo sul palco.

(Ragazzi, avevano portato anche le esplosioni!).

Circa un'ora dopo, al termine dello spettacolo, lui è venuto da noi ed è rimasto ritto in piedi in mezzo al gruppo di bambini, con il fiato un po' corto, sudato nella sua camicia bianca aperta.

Michael ha fatto scorrere sulle loro teste le sue lunghe dita fasciate, incrociando gli sguardi e sorridendo a ciascuno di loro.

Nella luce del palcoscenico, brillava di felicità.

Poi ha guardato dritto verso di me, ha allungato il braccio per stringermi la mano, e mi ha ringraziato sinceramente per essere lì.

Mio Dio... In quel momento mi sono sentito davvero benedetto e in soggezione.

Leggenda».

- Joseph Vogt (professionista dietro le quinte delľ"HIStory Tour" in Polonia).

Il vero Michael Jackson, di cui pochi parlano.

Parola di un collaboratore che potè toccare con mano la sua vera umanità nel backstage, al di là del palco su cui brillava la superstar mondiale, oltre quel sipario dietro il quale il performer lasciava il passo all'uomo generoso e capace di non dare mai per scontato il valore di nessuno.

Una serena Pasqua a tutti voi, di Pace.